VISION
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Il locale è stato ricavato dal recupero, di un antico frantoio posto nel centro storico del comune di Buti. La scatola antica, caratterizzata da spazi molto alti soffittati con volte crociera, è stata trattata con estrema cura e rispetto, fino al punto di lasciare intatto l'intonaco originario.
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All'interno, le parti di nuova introduzione presentano un carattere molto contemporaneo: una buona porzione del pavimento originario fatto a conci di pietra scalpellinata è visibile attraverso una superficie di vetro bronzato calpestabile retro illuminata, i nuovi volumi interni consistenti in due soppalchi uniti da una passerella sono stati rivestiti con vetrate bronzate, nei servizi igienici e in alcuni spazi della sala ristorazione è stata applicata una carta da parati personalizzata con una rielaborazione del logo.
I colori e i materiali si fondono insieme alla ricerca di un minimalismo estetico ricco di contenuti.
Interessanti sono anche gli spazi esterni composti dalla terrazza panoramica, articolata su vari livelli e dalla la corte interna a cielo aperto.
Il ristorante trae il suo nome dalla tradizione popolare del Maggio Butese, fenomeno culturale molto apprezzato e seguito nel paese e altrove. Il maggio, tradizione di antiche origini, consiste in recite cantate, dove i cantori (cantanti-attori) o maggianti, in costume, raccontano, delle storie di incredibile intensità poetica, attraverso il canto in ottava rima. All'interno del locale sono visibili una serie fotografie di rappresentazioni del maggio.
Il logo e le grafiche di tutto il locale sono state realizzate in collaborazione con l'artista Lorenzo Brini.